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15 marzo 2015. L’incidente

Non l’ho segnato nel calendario. Se potessi questa data la dimenticherei, se potessi mi dimenticherei della frattura al coccige che dopo un anno ancora mi tormenta: non riesco a stare seduta sul divano, o al cinema, senza ricordarmi. Ho scritto questa data almeno un centinaio di volte nell’ultimo anno, in un iter assicurativo che forse finalmente sta per concludersi. Un anno fa ho subito un incidente stradale. Ve lo racconto perché in questo blog parlo spesso da mamma e i miei bambini erano a bordo di questa auto. Questa non è una foto di repertorio, questa era la nostra auto.

Non voglio raccontarvi la dinamica nei dettagli, voglio raccontarvi come ci siamo salvati tutti. Perché la botta, lo vedete, è stata forte. Viaggiamo di sera, poco dopo la mezzanotte, su una strada extraurbana, entro i limiti di velocità. Era un sabato sera e ci eravamo trattenuti dopo cena mente i bimbi dormivano sul divano dei nostri ospiti. Pensare che non uscivamo quasi mai. Ad un incrocio, una macchina è passata con il rosso senza guardare e ci ha sbalzati fuori strada. I bambini erano nei seggiolini, sul sedile posteriore, ben legati e addormentati. Non hanno riportato neanche un graffio. Perché erano nei seggiolini, sul sedile posteriore, ben legati. L’essere addormentati li ha resi passivi all’incidente e sono usciti dall’auto illesi, per quanto spaventati. Noi, nel sedile anteriore, indossavamo le cinture. Se non fosse stato così, chiunque nella nostra auto sarebbe stato sbalzato fuori. La macchina si è accartocciata, come è giusto che faccia un’auto sicura, mentre noi non ci siamo fatti quasi nulla.

Si parla sempre molto di sicurezza stradale. Io ne ho voluto parlare oggi perché ogni volta che sento dire “è solo poca strada”, “lo tengo in braccio”, “la polizia non ci vede” penso a questa auto. Penso a quella frazione di secondo che ha permesso che l’impatto non fosse completamente laterale, salvando la portiera di uno dei miei due figli. Penso alle mamme che partono per il mare di notte, con i bambini addormentati sul sedile perché nel seggiolino non dormirebbero comodi. Penso a quante volte su quel sedile ho dormito io, prima che introducessero le cinture obbligatorie per tutti i passeggeri, anche quelli posteriori.

Non fatelo per evitare di prendere la multa, o perché siete stanchi di sentire l’allarme che suona perchè siete senza cinture. Fatelo perché è l’unico modo di salvarvi. Di tutte le cose che ho sentito nelle ore successive all’incidente, ne ricordo due. La prima me l’ha detta un infermiere del Pronto Soccorso : “Solo quando sono nei seggiolini, ben legati, i bambini sono protetti. A volte arrivano qui bambini in condizioni gravissime dopo un incidente e i genitori ci chiedono di fare un miracolo. Ma noi i miracoli non li sappiamo fare“. La seconda l’ha detta il meccanico quando ho scattato questa foto “Chissà quelli che c’erano dentro”. Dentro c’eravamo noi.

Spero di avervi turbati. Spero che legherete sempre i bambini nel seggiolino, per quanto forte possano piangere se stanno facendo i capricci. Spero che condividerete questo post, lo farete girare e che vi allaccerete la cintura di sicurezza.

  • Laura

    I bambini devono essere protetti, indipendentemente dai loro capricci. Non vogliono la cintura di sicurezza? Non ha importanza: preferisco sentire il loro pianto momentaneo che il silenzio che mi accompagnerebbe per tutta la vita. Le mie figlie ormai sono adulte, ma il discorso vale anche per i nipotini, anzi,ancora di più,quando a guidare sono io

    • Lisa Furlan

      Che bello sentirlo dire da una nonna! Io sono fortunata, ma purtroppo i nonni che non viaggiano in sicurezza sono ancora troppi, E’ una spesa ma noi avevamo due auto, quattro seggiolini e altri due per l’auto dei nonni. I bambini di oggi saranno adulti più responsabili di noi, ne sono certa,

  • Erika

    PAROLE SANTE, CONDIVIDO AL 100 e più %
    Mi si accappona la pelle quando vedo bambini liberi in macchina!!!!
    Grazie delle tue parole e della condivisione, grazie per la prudenza e l’attenzione.

  • silvia camnasio

    Ecco ti ringrazio, per tutto quello che hai scritto, fotografato e detto, urlato con la forza che hai!
    Io mi occupo di sicurezza in strada su due ruote e sembra sempre di svuotare il mare con un cucchiaino da caffè!
    Se non ti spiace inserisco questo tuo in un post che sto preparando in questi giorni proprio sull’argomento bambini in motoe macchina!
    A presto

  • Anna

    Peccati che per colpa della cintura invece mia sorella ci è rimasta, se non l’avesse avuta sarebbe ancora viva questo ci hanno detto dalla stradale. Quindi non sempre salvano la vita. Vi consiglio anche di viaggiare con delle forbici nel caso di incidente dove le cinture vi tengono legati e rischiate di rimanerci.

    • Lisa Furlan

      Posso solo immaginare come vi sentiate, Anna, dev’essere difficile riuscire accettare una fatalità così tragica. Ti abbraccio

  • valentina

    Una testimonianza forte ed importante!

    • Lisa Furlan

      Grazie di essere passata a leggere il mio blog.

  • Rita

    Brava!
    Incidente simile al tuo…stessa auto…conciata uguale…solo che, per fortuna ero senza figli, ma io (almeno) ero legata…uscita senza un graffio…

    • Lisa Furlan

      Amavo quest’auto. E l’ho amata ancora di più dopo l’incidente, vederla distrutta mi ha fatto capire quanto fosse sicura. Con una utilitaria forse le cose sarebbero andate diversamente

  • Michele Servalli

    Grazie della testimonianza Lisa. Da qualche anno mi occupo di sicurezza bambini in auto (in particolare da quando assieme ad un mio collega ho inventato e realizzato un dispositivo per aumentare la sicurezza dei seggiolini in auto) e mi sono reso conto che proprio questo genere di testimonianze serve a far capire l’importanza di usare sempre un seggiolino adeguato e legare sempre il bimbo anche per i viaggi più brevi.
    In Italia purtroppo le statistiche dicono che il 60% dei bimbi non viaggia sempre in sicurezza. L’idea che mi sono fatto parlando con migliaia di persone su questo tema è che nella maggiorparte dei casi le persone “semplicemente” sottovalutano il pericolo che si corre non adottando le misure base per poter prevenire danni! Ne sono certo perchè vedo le facce delle persone quando mostro immagini di crash test, reali o simulati, o anche solo quando racconto quello che può succedere (anzi che succede) ai bimbi durante un incidente anche a velocità moderata.
    Per questo sono convinto che sia necessario continuare a fare campagne per sensibilizzare i genitori al corretto uso dei seggiolini e mi piacerebbe, con il tuo permesso, inserire il tuo articolo nelle nostre presentazioni.
    Un abbraccio ai tuoi cuccioli …. (anche a te, naturalmente 🙂 )

    • Lisa Furlan

      Grazie Michele, mi fa molto piacere esservi utile. E’ stata davvero una brutta esperienza, se posso in qualche modo darle un significato positivo sono più che felice di poterlo fare. Grazie a te

  • lisa

    Ancora mi ricordo quando mi hai raccontato l’incidente quando eravamo a Milano, e ancora rabbrividisco.
    Io sono come te, le cinture sempre e il bambino sempre legato sul seggiolino, anche per fare 3 metri.
    Un abbraccio

  • Virginia

    Ho 21 anni, a maggio ne compio 22, e ho la patente da 3 e mezzo quasi. Combatto costantemente per far mettere la cintura a chiunque nella macchina in cui mi trovo. Quando il mio ragazzo mi dice “ma dobbiamo fare 100 metri” oppure “ma il viaggio dura un minuto” (seduti dietro), la mia risposta è sempre “gli incidenti si fanno in un secondo e in un metro di strada”. Grazie per aver condiviso, è un argomento che mi sta a cuore e che molti trattano con superficialità. Per fortuna la mia vita vale più della scomodità data dalla cintura un po’ troppo stretta.

  • mammaalcubo

    Ricordo le foto dell’incidente, hai fatto bene a metterle qui. Nonostante il brutto momento è utile dire a tutti che vi siete salvati grazie alle cinture, non sempre ci si dà il giusto peso.

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