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Back to School, sola con due bambini

Una delle domande che mi fate più spesso, scoprendo che vivo a 70 chilometri da nonni e qualunque altro parente, è “come fai da sola con due bambini?”. Seguita da “ma perché hai aperto proprio a Montebelluna?”. Per ora concentriamoci sulla prima.

Innanzitutto sono sola ma non sono sola. Qui a Montebelluna ho amiche, per lo più con figli. Più di una volta mi hanno aiutata in piccole cose ma con un tempismo provvidenziale. I nonni sono a 70 chilometri ma se c’è bisogno arrivano. So chi chiamare quando sto per sclerare, ho bisogno di conforto e di ridere perché mi sta per venire un attacco d’ansia. I bambini passano spesso il fine settimana dai nonni o con il papà. Tolta la fatica di fare 150 chilometri e altri 150 due giorni dopo, posso lavorare tranquilla. Però sì, da un punto di vista pratico e fisico, sono da sola. 

Per come mi ero immaginata io le cose, avrei avuto una babysitter fissa. Forse un giorno me la potrò permettere, “ma non è questo il giorno”. Forse un giorno ci sarà un servizio di trasporto casa-scuola-casa o i miei figli andranno a piedi o in bici da soli, “ma non è questo il giorno”. Hanno sette e cinque anni, la vedo lunga.

Una delle prime cose che cerco di spiegare a chi mi pone la domanda, è che una volta rientrata da Dublino, un lavoro me lo dovevo per forza trovare. Sì, avrei potuto vivere forse un paio di anni con il gruzzolo che ho investito nel cupcake shop, ma poi? E come lo trovo un lavoro, da sola con due bambini? Il negozio mi permette un po’ di flessibilità, sia negli orari che nell’organizzazione del lavoro. Mi permette soprattutto mi portare i bambini con me il sabato o in altre occasioni, non è la soluzione ideale ma è un buon compromesso.

La questione degli orari è un po’ la mia croce, e anche un po’ il motivo per cui ho deciso di scrivere questo post.  Quando ho aperto a febbraio volevo tenere aperto durante tutte le ore in cui i bambini erano a scuola. La verità è che non sapevo quando andare in banca, quando andare a comprare gli ingredienti mancanti, quando fare le piccole commissioni che un’attività richiede. L’orario era particolarmente creativo e difficilmente memorizzatile: non va bene. Dopo circa un mese ho deciso di aprire sempre alle 10: non avendo caffetteria è raro che qualcuno venga a fare colazione e aprire un pochino tardi mi permette di fare molte più cose. Nel pomeriggio chiudevo presto perché dovevo prendere i bambini a scuola.

Il servizio di trasporto nella loro scuola non c’è e per me diventa complicato trovare qualcuno che mi aiuti in questo. Se si materializzassero sulla porta del cupcake shop potrei chiudere alle 17.30 o alle 18. Oltretutto loro sono due e la scuola non è così vicina da andarci a piedi. Caricarsi due bambini in auto, oltre ad essere una grossa responsabilità, è complicato perché servono i seggiolini (se pensate che non siano poi così importanti vi ricordo cosa è successo a noi). Dare un passaggio ad un compagno di scuola è un favore, accompagnarne a casa due tutti i giorni è un lavoro.

A maggio ho avuto un momento critico e ho abbandonato la speranza di poter iscrivere i bambini ai centri estivi. Per un pochino mi sono illusa di poterli tenere con me in negozio tutta l’estate, poi per fortuna sono rinsavita. L’estate non è il periodo dell’anno in cui le persone mangiano più cupcakes. Così ho ridotto e modificato l’orario di apertura: solo il venerdì, il sabato e la domenica mattina. Gli altri giorni sono sempre stata disponibile a consegne su prenotazione ed è andata bene.

Ora però sono di nuovo in un momento di profonda crisi e riflessione. L’orario provvisorio estivo sta andando per le lunghe. Dopo l’estate caldissima l’autunno è stato anticipato e parlare ancora di orario estivo è un po’ folle. Perché non sono tornata all’orario invernale? Perché sono sola con due bambini.

La scuola è ricominciata oggi. Il tempo pieno non inizia prima di lunedì prossimo. Sarà il 18 settembre. Posso dire che mi sembra se la stiano prendendo comoda? Sicuramente ci sono degli ottimi motivi per questo calendario scolastico, la scuola non è un parcheggio etc etc, l’Italia è una Repubblica fondata sui nonni, e tutte le cose che chiunque ha figli o segua qualche mamma blogger sa benissimo. Quello che faccio davvero fatica ad accettare è che ad oggi, primo giorno di scuola, non si sappia ancora nulla del dopo scuola.

L’anno scorso ho usufruito del dopo scuola della materna solo saltuariamente e non ho usufruito di quello della scuola elementare. Quest’anno vorrei utilizzarli regolarmente entrambi per chiudere sempre alle 17. Vorrei, ma da quando? Come faccio a cambiare l’orario finché non ho delle certezze? Naturalmente la frustrazione è tutta mia e me la tengo. A voi posso solo chiedere di avere un po’ di pazienza e comprensione, la settimana prossima aprirò con un orario di transizione, che però non so ancora come comunicarvi.

Le soluzioni al momento sono:

Perché vi ho raccontato la mia fatica? Perché ero arrabbiata per il dopo scuola e volevo fare polemica. Ma anche perché mi scrivete spesso per raccontarmi i vostri sogni e chiedermi come ho fatto a realizzare il mio. Non vi voglio prendere in giro, realizzare un sogno non è facile. Questa è solo una delle difficoltà, ed è anche una delle più piccole, tutto sommato. None but the brave.

  • Paola

    Ciao Lisa, ti stimo molto, sei una donna coraggiosa e forte. Tieni duro! Sei un esempio per molte donne che conosco (io in primis) che ogni giorno si chiedono se ce la faranno, si chiedono se possono sognare, se possono osare a realizzare i loro sogni.
    Sono in attesa del mio primo fagiolino, piena di problemi ed ansie al lavoro, e con un sogno nella mia vita che è totalmente diverso dalle 8 (eufemisticamente, perché sono sempre 10 o più) ore in ufficio. Ce la farò? Intanto ti seguo, e tifo per te. Un abbraccio.
    Paola

    • Lisa Furlan

      Ciao Paola, grazie! Anche voi siete di grande ispirazione per me, mi fa sempre piacere leggere messaggi come il tuo. Anch’io tifo per te

  • Giovanna

    Cara Lisa, mi spiace non abitare vicino a te e darti una mano, magari per qualche mese.
    Anche io sono stata mamma da sola e anche io ho sempre pensato che gli orari scolastici e l’organizzazione tardiva dei centri estivi e molto altro rallentino la possibilità di farcela.
    In più qualche mamma mi ha anche detto che prima di fare figli bisogna cercare il lavoro giusto (tipo la maestra) o una delle mie più care amiche mi ha detto “organizzati!”.
    Oggi non è cambiato molto, però CE L’HO FATTA.
    E quindi AVANTI TUTTA! Giovanna

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